venerdì 16 gennaio 2009

Jan Palach e gli insoliti lavori in corso...

Si commemorano oggi i 40 anni dal martirio di Jan Palach, eroe Cecoslovacco che fu vittima dei sovietici accorsi a Praga per soffocare i moti di libertà.

Vediamo cosa dice di lui l'enciclopedia online più famosa, WIKIPEDIA

Iscritto alla Facoltà di filosofia dell'Università Carlo di Praga, assistette con interesse alla stagione riformista del suo paese, chiamata Primavera di Praga. Nel giro di pochi mesi, però, quest'esperienza fu repressa militarmente dalle truppe dell'Unione Sovietica e degli altri paesi che aderivano al Patto di Varsavia[1].
Nel tardo pomeriggio del 16 gennaio 1969 Jan Palach si recò in piazza San Venceslao, al centro di Praga, e si fermò ai piedi della scalinata del Museo Nazionale. Si cosparse il corpo di benzina e si appiccò il fuoco con un accendino. Rimase lucido durante i tre giorni di agonia. Ai medici disse d'aver preso a modello i buddisti del Vietnam[2]. Al suo funerale, il 25 gennaio, parteciparono 600 mila persone, provenienti da tutto il Paese.

Jan Palach decise di non bruciare i suoi appunti e i suoi articoli (che rappresentavano i suoi pensieri e i suoi ideali), che tenne in un sacco a tracolla molto distante dalle fiamme. Tra le dichiarazioni trovate nei suoi quaderni, spicca questa:
« Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy[3]. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà »

Questo è un vero EROE!

Adesso torniamo a cose ben meno degne, e di casa nostra.
Ecco cosa ci riportano i nostri affezionati lettori.
Via de Mattias, Via Vallesanti, cosa hanno in comune? Sono barricate! Ma PURTROPPO non c'è nessuna PRIMAVERA DI CAPRANICA in corso, non sono barricate come quelle di PRAGA, sono i soliti annosi lavori in corso che esasperano i cittadini. A Via De Mattias è da più di un mese forse due che la situazione è praticamente ferma. Non ne possono più, sono tutti esasperati. Via Vallesanti invece è proprio chiusa su un tratto, quello da angolo Via Matteotti a Via Bachelet. Ci sia qualche residuato della seconda guerra mondiale? Crollo imminente? Prospezioni geologiche alla ricerca di metano o petrolio? Fattosta che due importanti vie capranichesi sono chiuse, senza apparente motivo. Forse è un evento profetico... magari questo vuol dire che per questa MAGNOranza proprio non c'è più VIA d'uscita...

Nessun commento: