martedì 4 novembre 2008

Oggi novantesimo anniversario della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale.

La Grande Vittoria dell'Italia, il 4 Novembre 1918. Tanti martiri ed eroi, che lottarono tenacemente per riportare i popoli del Triveneto, dell'Istria,della Dalmazia e le genti dell'Alto Adige nel novero della nostra Patria.
Quella data rese l'Italia una Grande Potenza Mondiale, un Regno efficiente che sotto i venti minacciosi del morbo fetido del comunismo avrebbe di lì a poco reagito e messo a frutto l'esperienza di tanti reduci per creare un'Italia seria e rispettata per un Ventennio. Le aspettative di una Potenza Vincitrice, sarebbero state in seguito tradite durante i giorni di Versailles nel 1919, quando alle spalle del nostro rappresentante Vittorio Emanuele Orlando vennero presi accordi di integrare terre nostre come Fiume in quell'ammucchiata artificiale di popoli e razze diversissimi tra loro che era la Jugoslavia. Sappiamo tutti poi che triste fine ha fatto quell'invenzione. Diversi furono i danni che Francia e Inghilterra crearono alla fine di quel conflitto. Ad esempio ancora oggi si protrae l'infinita lotta tra Palestinesi e Israeliani, a causa della inettitudine e superficialità degli inglesi che mentre con Lawrence d'Arabia promettevano agli arabi l'impero Panarabo, poi invece concedevano ai cittadini di origine ebraica la concessione alla futura costituzione del loro Stato. Avrebbero potuto risolvere la questione in modo molto più abile, intelligente e rispettoso delle istanze delle varie etnie e realtà e così non fu e tutt'ora se ne pagano le conseguenze. Stessa cosa accadde per le istanze fiumane, e di altre zone dalmatiche di consolidata e lunghissima tradizione di lingua e cultura italiana che vennero su due piedi consegnate al neonato stato Jugoslavo che non era altro che un espansione della Serbia. Questa attribuzione illegittima di quelle terre agli jugoslavi avrebbe innescato poi il presupposto e la giustificazione per le atrocità criminali dei titini alla fine della seconda guerra mondiale, quando oltre 30.000 cittadini italiani residenti in quelle terre, senza distinzione di opinione politica, vennero scaraventati vivi nelle foibe, e di questo abbiamo abbondantemente parlato in un precedente articolo, quella fu una fine orribile che pose fine a torture orribili, stupri e abusi di ogni tipo a cui queste vere e proprie bestie si lasciarono andare sui nostri connazionali. Del resto questa loro indole feroce si sarebbe poi rimanifestata negli anni 90, quando il bel lavoro messo su alla buona, di nome Jugoslavia, si dissolse come un pugno di neve, lasciando ai boia serbi mano libera per tornare a fare ad altre etnie quello che avevano già fatto agli italiani.

Non dimentichiamoci neppure che uno degli effetti collaterali della I Guerra Mondiale fu quell'infamia storica nota come "Rivoluzione Bolscevica d'Ottobre" che portò nel 1917 un gruppo di criminali fomentati da un certo Lenin, al soldo della nemica Germania a rovesciare il regime dello Zar in Russia. Come dai progetti dei tedeschi, Lenin come primo gesto di buona volontà nei confronti di coloro che lo pagavano per fare il rivoluzionario, fece ritirare la Russia dalla guerra contro gli Imperi Centrali, ossia l'Impero Tedesco, quello Austro Ungarico e quello Turco-Ottomano. Da qui nasce quella subdola e sottile linea che lega il Comunismo al Nazional Socialismo, infatti quelli che apparentemente furono due regimi opposti in realtà erano legati da una origine comune, Lenin aveva ricevuto chiare istruzioni dai comandanti tedeschi. Quello che tanti illusi credevano essere il primo stato proletario in realtà nacque come uno stato fantoccio, e il regime comunista perpetrò tante e tali atrocità da far dimenticare le miserie del tempo degli zar.

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