venerdì 31 ottobre 2008

Per le occupazioni scolastiche si procederà con le denunce per "interruzione di pubblico servizio"

Bene, dopo un piccolo "incidente" dovuto ad un contestatore che ha deciso invece di darsi fuoco davanti al ministero, sana e apprezzata (nonchè proponibile...) pratica dei giovani contestatori di sinistra, di venire a "suicidarsi verbalmente" sul nostro blog, e acquisendo consapevolezza che la prima opzione gli avrebbe sicuramente fatto molto meno male, torniamo a cose serie e concrete. Finalmente si riacquisisce il senso della legalità e del rispetto delle cose e delle istituzioni. Ma chi lo ha detto che occupare un aula è una cosa che si possa fare senza rischi? Solo perchè purtroppo in Italia c'è stata una sciagurata tendenza a giustificare e ad approvare più o meno tacitamente i capricci delle frange politiche proletarie, che volevano convincerci che picchettare una fabbrica o una scuola che NON E' ROBA LORO proibendo di fatto a persone che non la pensano come loro di manifestare il loro dissenso o semplicemente volendo fare il loro dovere, è una cosa normale? Ma vi rendete conto di che assurdità stiamo parlando? Questo sarebbe democratico? Imporre agli altri la loro decisione con la forza. Io stesso più di una volta per entrare in azienda lo dico con orgoglio mi sono difeso ricorrendo alla forza ahimè, con più di un picchettatore, dopo essere stato letteralmente afferrato da questi personaggi di peso mentre entravo, ma vi rendete conto che genere di persone sono? E la cosa gravissima è che questi atti di violenza terrificante vengono spacciati per atti di democrazia, come quando dopo la prima guerra mondiale nel 1919-1920 questi delinquenti entravano nelle fabbriche armati di fucile le occupavano e cacciavano tutti, non si vedevano atti di questo tipo, cioè delle vere e proprie rapine e saccheggi di proprietà privata (questo sono le occupazioni in altre parole, va be che loro non riconoscono nemmeno la proprietà privata dimenticavo... ) dai tempi delle invasioni barbariche. Questa è la mentalità dell'uomo di sinistra, cioè che è legittimo appropriarsi di cose altrui, è sufficiente essere abbastanza scaltri da essere capaci di motivare tutto ciò dicendo che è "per una giusta causa" o perchè "si tratta di risorse che noi sapremmo usare meglio". Questa è una mentalità radicata nella testa di queste persone, che violando sistematicamente la dignità delle persone, facendosi beffa del rispetto delle proprietà spesso accumulate con duro lavoro e sacrifici da una o più generazioni, giustificavano ogni sorta di appropriazione indebita. Da questa mentalità arrogante e prevaricatrice scaturiscono tutte le loro iniziative, che quando ( che Dio ce ne scampi) vanno al governo si concretizzano con l'applicazione di tasse finalizzate a togliere a chi di più per dare a chi ha di meno, ignorando che tranne casi che confermano la regola, quell'accumulo di beni e ricchezze è dovuto a maggiore capacità.

mercoledì 29 ottobre 2008

Quanno ce vo ce vo!!!

Voglio precisare che quanto sto per dire esprime il mio personale punto di vista, perciò evitate di andare a rompere le scatole a tizio o caio per dirgli "ma che avete scritto sul blog?".
Però i fatti sono i seguenti.
Oggi gli studentelli sinistroidi in piazza hanno preso le botte dai ragazzi di destra. Si va bene, premesso la violenza è da condannare quantomeno perchè comunque menare costa fatica e tempo e magari è più proficuo investire questo tempo in attività maggiormente edificanti, poi ci sono subito i "pacifisti dell'ultima ora" pronti a fare i moralisti dicendo cose tipo "facciamo l'amore non facciamo la guerra" bla bla. Smettiamola per favore di essere ipocriti e vediamo le cose come stanno. Tutti noi, anche quelli tra noi più miti e mansueti sappiamo quanto ci costa certe volte tenere le mani a freno, perchè ci sono taluni individui che ce le levano proprio come si suol dire. Ebbene se la sono cercata? E finalmente hanno trovato pane per i loro denti. Ma speriamo che tutte le volte che questi viziati nullafacenti vanno a fare i loro show ci sia sempre qualcuno pronto a farli rigare dritti! Bravi ragazzi nostri!

martedì 28 ottobre 2008

Sale il movimento di Contro Protesta degli Studenti a favore del Ministro Gelmini

Con una arroganza odiosa gli studenti picchettano, assieme a quei quattro sessantottini raccomandati che hanno preso la cattedra con il gratta e vinci, per non dire altro. Il picchetto è uno strumento abusato dalla gente di sinistra, ed è in pratica un occupazione di uno spazio pubblico per impedirne il corretto e normale utilizzo. La stragrande maggioranza degli studenti italiani è seria ed è giustamente con il Ministro dell'Istruzione. Ma come al solito un gruppetto di rissosi e chiassosi nullafacenti cerca di produrre sconquasso, ma ora il movimento di controprotesta comincia a farsi avanti. Intanto la legge sta per essere approvata così presto un'altra sconfitta, speriamo definitiva, porrà fine a questo abbaiare sguaiato dei soliti disperati no global. Comunque amici, non so voi, ma io francamente ne ho abbastanza di questa feccia che ogni volta che andiamo meritatamente e sudatamente al governo fa chiasso e agita le piazze, non credete che sia arrivato il momento di dare loro una bella lezione in qualche modo? Non capite male eh, mica voglio istigare alla violenza, solo a farci rispettare! Perchè trovo assurdo che uno scemo che strilla abbia più risalto di cento persone che fanno il loro lavoro in silenzio, seriamente e a testa bassa!

28 Ottobre 2008, 86 anni dalla Marcia su Roma.

In occasione dell'LXXXVI° anniversario della Marcia su Roma, riportiamo di seguito cosa dice Wikipedia su questo evento di portata storica. Su quello che accadde poi si possono esprimere le opinioni più disparate, una cosa è certa, quello fu un sentito, forte, genuino movimento di popolo che portò per la prima volta in Italia un vero esponente del popolo al governo, mentre in precedenza dall'Unità d'Italia sino a quel momento i Primi Ministri sono sempre stati espressione di una cerchia aristocratica vicina alla famiglia Savoia.

La marcia su Roma fu una vasta manifestazione fascista, con caratteristiche eversive o di colpo di Stato, tenutasi il 28 ottobre 1922 nella capitale d'Italia, con l'afflusso nella città di decine di migliaia di squadristi che rivendicavano il potere politico nel regno. Questo evento rappresenta l'ascesa al potere del Partito Nazionale Fascista (PNF) e la fine della democrazia liberale, attraverso la nomina a capo del governo del Regno d'Italia di Benito Mussolini.

Taluni storici considerano ricompresi nella locuzione alcuni altri eventi collegati, verificatisi fra il 27 ed il 30 ottobre del 1922.

Antefatti e premesse

Nei mesi precedenti (specialmente dopo il luglio 1922 in cui vi era stata una grave crisi), la politica parlamentare viveva le manovre dei popolari di Don Sturzo per un governo guidato da Vittorio Emanuele Orlando in coalizione coi socialisti. Il movimento fascista (ormai definitivamente guidato dal solo Mussolini) si trasformava invece in partito, combattendo al suo interno fra spinte volte a scelte rivoluzionarie ed istanze di crescita costituzionale. Mussolini aveva optato per una "via parlamentare" e tenne a freno gli animosi squadristi, e nella sua politica iniziò la ricerca del consenso popolare; profittò perciò propagandisticamente a piene mani del coinvolgimento di Gabriele D'Annunzio nell'occupazione del Comune di Milano (3 agosto 1922 - D'Annunzio si era affacciato al balcone del palazzo occupato ed aveva arringato la folla), per sottintenderne la sua adesione al partito. Del resto, lo stesso Giovanni Giolitti, in un'intervista al Corriere della Sera, aveva sostenuto l'opportunità di una trasformazione in senso costituzionale del movimento. Nel frattempo, la propaganda affievoliva il carattere repubblicano del movimento, onde non porsi troppo presto in aperto contrasto con (ovviamente) la Corona e le forze armate, lealissime al giuramento di fedeltà prestato al re.

Iniziò una lunga teoria di incontri e contatti di Mussolini con gli esponenti politici più importanti, onde verificare possibili alleanze, e contemporaneamente vi furono timidi sondaggi e più aperti abboccamenti anche con gli esponenti del mondo imprenditoriale ed economico. Da questi ultimi rapporti, sempre nell'agosto, nacque uno studio di Ottavio Corgini e Massimo Rocca che sarebbe stato pressoché direttamente mutuato in un nuovo programma economico fascista.

Mussolini si risolse a considerare Giolitti probabilmente il più pericoloso dei suoi avversari e perciò dedicò le sue attenzioni a Facta, "figlio" politico di Giolitti e assai devoto verso il suo mentore, che intendeva sganciare dallo statista per coinvolgerlo in ruoli governativi di massimo prestigio politico insieme a D'Annunzio, nel qual caso di Facta avrebbe potuto essere il merito di una eventuale "normalizzazione" dei fascisti; altra ipotesi è che fosse stato Facta, nei contatti avuti, a coltivare questa prospettiva, sfumata l'11 ottobre a Gardone in un incontro fra Mussolini e D'Annunzio nel quale il PNF sottoscrisse accordi con una sorta di sindacato dei marittimi (Federazione del Mare, guidata da Giuseppe Giulietti) che il poeta aveva preso sotto tutela, e questo accordo avrebbe legato anche i due esponenti. Facta aveva in realtà contattato direttamente D'Annunzio, ed insieme avevano pensato ad una marcia su Roma di ex-combattenti guidata da D'Annunzio e da tenersi il 4 novembre al fine di prevenire e rendere eventualmente inefficace quella fascista, di cui già si parlava. Mussolini sacrificò il sindacato fascista dei marittimi (che disciolse) in favore del sodalizio preferito dal poeta, rinunciò a qualche prebenda per il partito da parte della corporazione degli armatori, e l'accordo Facta-D'Annunzio restò senza seguito.

Neutralizzato D'Annunzio, Mussolini fu ripreso dall'ansia di neutralizzare anche Giolitti e i preparativi per un'azione spettacolare ebbero inizio. Se su un versante più nitidamente politico si cercava di far vacillare il governo Facta, indebolendolo così da poterne costituire sempre più lucidamente una valida e "forte" alternativa istituzionale, sul piano "operativo" la Marcia fu preparata in gran segreto fin nei minimi dettagli.

Del proposito circolavano già molte voci che si rincorrevano da e per ogni direzione. Il 14 ottobre, Mussolini scrisse su un giornale un articolo intitolato Esercito e Nazione, nel quale attaccava Pietro Badoglio per una frase che gli era stata attribuita (l'interessato smentì all'epoca, ma l'avrebbe invece confermata dopo la caduta del regime fascista) e che suonava più o meno come «Al primo fuoco, tutto il fascismo crollerà». Questo scontro sarebbe poi pesato non poco nei sempre difficili rapporti fra Mussolini e il generale. Nel frattempo l'entusiasta e fedelissimo Vilfredo Pareto gli telegrafava sollecitando di accelerare i tempi, «Ora, o mai più».

In marcia

Alcune camicie nere sfilano davanti al Quirinale, all'epoca residenza reale.

Quattro giorni prima della marcia, il 24 ottobre, a Napoli si tenne una grande adunata di camicie nere, raduno che doveva servire da prova generale. In quell'occasione, Mussolini proclamò pubblicamente: "O ci daranno il governo o lo prenderemo calando a Roma".

Il 26 di quel mese il presidente del consiglio rispose a Mussolini, che aveva radunato a Napoli decine di migliaia di camicie nere e minacciava apertamente di marciare su Roma per occuparne militarmente le Istituzioni, in modo del tutto privo di senso. È in queste circostanze che, di fronte a chi gli prospettava il precipitare della situazione, Luigi Facta pronunciò la celebre frase con la quale passerà alla Storia: "Nutro fiducia!".

Confluirono nel capoluogo partenopeo 60.000 fascisti, che sfilarono per ore nella città. Mussolini tenne due discorsi, uno al teatro San Carlo, diretto al ceto borghese, ed uno in piazza San Carlo ai suoi uomini. Il capo dei fascisti si espresse abilmente evitando di far trasparire segnali di allarme, ma al contempo rassodando i crescenti consensi sia della popolazione che dei simpatizzanti. La stessa sera, all'Hotel Vesuvio, si riunì il Consiglio nazionale del partito che stabilì le direttive di dettaglio per la marcia. La mattina dopo Bianchi avrebbe lanciato ai suoi uomini il segnale convenuto: «Insomma, fascisti, a Napoli piove, che ci state a fare?» mentre Mussolini sarebbe prudentemente andato ad attendere a Milano gli sviluppi successivi.

A condurre la marcia sarebbe stato un quadrumvirato composto da Italo Balbo (uno dei ras più famosi), Emilio De Bono (comandante della Milizia), Cesare Maria De Vecchi (un generale non sgradito al Quirinale) e Michele Bianchi (segretario del partito fedelissimo di Mussolini); il quadrumvirato avrebbe dichiarato l'assunzione di pieni poteri a Perugia ed avrebbe assunto i poteri nella notte tra il 26 e il 27 ottobre. Dino Grandi, di rientro da una missione a Ginevra, era stato nominato capo di stato maggiore del quadrumvirato.

Truppe fasciste avrebbero poi dovuto occupare uffici pubblici, stazioni, centrali telegrafiche e telefoniche.

Le squadre sarebbero confluite a Foligno, Tivoli, Monterotondo e Santa Marinella per poi entrare nella capitale. Si raccolsero - si stima - circa 25-30.000 fascisti, a fronte dei 28.400 soldati a difesa della capitale.

Facta era rassicurato dagli avvenimenti e dai discorsi tenuti a Napoli, nonché dal fatto che il raduno si era chiuso senza scontri, violenze ed altre degenerazioni. Il 26, però, Antonio Salandra (che si era incontrato con Mussolini quando questi andava a Napoli il 23, e che manteneva i contatti con De Vecchi, Ciano e Grandi) gli riferì che la marcia su Roma stava per partire e che se ne volevano le dimissioni. Facta in realtà non gli credette; la contrapposizione politica fra Facta e Salandra non rendeva l'ambasciata del secondo così influente sul primo, che si limitò ad indire un consiglio dei ministri nel quale cercò di riprendersi le deleghe affidate ai ministri, onde poter disporre di "valori" negoziabili, con Mussolini o con altri. Del resto, in seno al governo, bruciava la questione della posizione di Riccio, fedelissimo di Salandra, che si trovava in condizione di provocare la crisi di governo. Assenti Giovanni Amendola e Paolino Taddei, gli altri ministri accettarono di presentare a Facta le dimissioni e di accettare il loro eventuale avvicendamento con nuovi ministri fascisti.

Il 27 ottobre, Bianchi e De Vecchi vennero a contrasto, il primo mandò addirittura una lettera a Mussolini in cui definiva l'altro disertore. La "colpa" del De Vecchi sarebbe consistita nel prosieguo - a fianco di Grandi - dei negoziati politici con Salandra, che avrebbe ambito ad un incontro diretto con Mussolini che ripetutamente chiese invano.

Intanto a Cremona, a Pisa e a Firenze erano già in azione gli squadristi, che prendevano possesso non pacifico di alcuni edifici pubblici. Alle prime notizie Facta telegrafò al re Vittorio Emanuele III a San Rossore invitandolo a rientrare, cosa che il sovrano fece nella serata; andandolo a ricevere alla stazione, Facta gli suggerì di applicare lo stato d'assedio, ma il re non accettò (riferì Marcello Soleri) rifiutandosi di deliberare sotto la pressione dei moschetti fascisti.

La notte tra il 27 e il 28 il presidente del consiglio fu svegliato per essere informato che le colonne fasciste erano partite verso Roma sui treni che avevano assaltato.

O Roma, o morte

La mattina del 28, alle 6 del mattino, si riunì al Viminale (allora sede della presidenza del consiglio) il consiglio dei ministri che decise di proclamare lo stato di assedio. Il ministro dell'interno Taddei stilò un proclama sulla falsariga di quello che Luigi Pelloux aveva stilato nel 1898, e lo diede immediatamente alle stampe, diffondendolo alle prefetture.

Verso le 8:30, Facta si recò al Quirinale per la ratifica del proclama, ma - con sorpresa del primo ministro - il re si rifiutò:
« Queste decisioni spettano soltanto a me. Dopo lo stato d'assedio non c'è che la guerra civile. Ora bisogna che uno di noi due si sacrifichi. »


Facta rispose:
« Vostra Maestà non ha bisogno di dire a chi tocca. »


Dopo di che si dimise.

Le ragioni del diniego regale alla proposta dello stato d'assedio, con la quale avrebbe di fatto messo fuori legge i fascisti, non sono state dichiarate dal sovrano e sono oggetto di varia interpretazione. Si è vociferato di accordi segreti tra Mussolini e la Corona (ipotesi che però non gode di gran credito), altre voci sospettano che la presenza del filofascista Emanuele Filiberto Duca d'Aosta a Perugia (disobbedendo all'ordine del sovrano di restare a Torino) l'avesse portato a temere una crisi dinastica.

Sicuramente il re passò la notte sveglio consultandosi con varie personalità, ma non con Badoglio né con Pugliese, il comandante del presidio di Roma perché li sapeva entrambi decisi a usare la forza. Invece, Armando Diaz, l'ammiraglio Thaon di Revel ed altri influenti ufficiali, avevano avanzato dubbi sulla "tenuta" morale dell'esercito, sconsigliando di sperimentarla in questa occasione poiché le truppe avrebbero potuto far causa comune con i fascisti.

Alle 9:30 un pallido Facta tornò al Viminale per annullare lo stato d'assedio e per chiamare Giovanni Giolitti in suo aiuto, ma questi non avrebbe potuto arrivare a soccorrerlo a causa delle linee ferroviarie interrotte dallo stesso Facta a due chilometri dalla capitale e, il giorno dopo il suo ottantesimo compleanno, non pareva nemmeno tanto disposto a correre. Alle 11:30 Facta formalizzò le sue dimissioni ed il Re procedette come d'ordinario con le consultazioni.

Mussolini intanto restava a Milano, dove veniva costantemente informato sulla situazione romana; i dettagli dal Viminale gli venivano da Vincenzo Riccio, che tramite Salandra li faceva arrivare ai notabili fascisti (cui si era aggiunto Luigi Federzoni). Sapeva che De Vecchi e Grandi cercavano qualche accordo non coerente con il piano generale, ed anche se più tardi li avrebbe accusati d'aver tradito la rivoluzione (Processo di Verona), al momento non li sconfessò pensando che la trattativa avrebbe potuto costituire una buona possibilità di ripiego nel caso in cui le sue squadre si fossero trovate costrette a smobilitare per l'intervento dell'esercito. Mussolini infatti sapeva bene che i suoi uomini erano sì una minaccia, ma non credeva alla loro forza militare.

Una voce circolata successivamente asseriva che Facta avrebbe in realtà disposto per lo stato d'assedio nella serata del 27, ma che il re avrebbe respinto la proposta. La voce era stata diffusa da Federzoni, che diceva di aver chiamato al telefono egli stesso Mussolini, dal ministero dell'interno, e lasciava supporre che il sovrano l'avesse voluto mettere a parte degli accadimenti romani.


Il 28 ottobre

La mattina del 28, a Milano Mussolini riceveva nella sede del Popolo d'Italia (teatralmente "protetta" da cavalli di frisia e rimpinguata di armi) una delegazione di industriali, fra i quali Camillo Olivetti, che lo urgevano a trovare un accordo con Salandra.

Nello stesso momento, a Roma, Salandra proponeva al re di dare l'incarico di formare il governo a Orlando, ma De Vecchi informò il re che l'unica persona con cui Mussolini avrebbe potuto raggiungere un'intesa sarebbe stato lo stesso Salandra. A Mussolini fu, quindi, proposto di governare a fianco di Salandra ma egli rifiutò. Qualche ora dopo, forse anche tentando una forzatura per convincere il capo dei fascisti, Il Giornale d'Italia diffuse una edizione straordinaria in cui dava per raggiunto un accordo e per affidato un incarico a Salandra e Mussolini, il quale dopo aver resistito a pressioni di ogni provenienza, compresa una accorata telefonata del generale Arturo Cittadini (su espresso mandato del re), precisò telefonicamente a Grandi che ancora insisteva: «Non ho fatto quello che ho fatto per provocare la risurrezione di don Antonio Salandra».

La mattina seguente, dopo che le bozze dell'articolo scritto da Mussolini durante la notte erano state diffuse, Salandra vi poté leggere che non c'era niente da fare e, dopo un giro di telefonate di ultima conferma, decise di rimettere l'incarico. De Vecchi fu incaricato da Vittorio Emanuele di informare Mussolini che gli avrebbe conferito l'incarico. Mussolini rispose: «Va bene, va bene, ma lo voglio nero su bianco. Appena riceverò il telegramma di Cittadini partirò in aeroplano». Poche ore dopo gli giunse un telegramma del generale Cittadini:
« SUA MAESTÀ IL RE MI INCARICA DI PREGARLA DI RECARSI
A ROMA DESIDERANDO CONFERIRE CON LEI
OSSEQUI
GENERALE CITTADINI »


L'esito

Il re Vittorio Emanuele III incontra Benito Mussolini il 4 novembre 1922.

Alle 8 di sera Mussolini partì placidamente, ma in treno, alla volta di Roma, dove sarebbe giunto alle 11.30 del 30 ottobre; il convoglio patì un incredibile ritardo dovendo rallentare, e in qualche caso proprio fermarsi, in molte stazioni prese d'assalto da fascisti festanti che accorrevano a salutare il loro Duce.

La voce secondo cui Mussolini si sia presentato al re (vi si recò in camicia nera) dicendogli «Maestà vi porto l'Italia di Vittorio Veneto», pare sia un falso storico, tuttavia Mussolini parlò per circa un'ora col re promettendogli di formare entro sera un nuovo governo con personalità non fasciste e con esponenti di aree politiche "popolari".

Alle 18 presentò il governo, comprendente soltanto tre fascisti di orientamento moderato.

Le camicie nere (in seguito "le camicie nere della rivoluzione") erano ancora accampate intorno alla capitale e comprensibilmente non attendevano che di entrarvi. Furono autorizzati ad entrarvi solo il giorno 30, e la raggiunsero alla meglio, su mezzi di fortuna. Ma erano più che raddoppiati, dai circa 30.000 della marcia, erano ora più di 70.000, cui si aggiunsero i simpatizzanti romani che erano già sul posto. Ci furono scontri e incidenti; nel quartiere di San Lorenzo alcuni operai accolsero con colpi d'arma da fuoco la colonna guidata da Bottai, proveniente da Tivoli, che attraversava l'area in modo relativamente pacifico. La rappresaglia fu spietata: il giorno dopo, oltre 500 fascisti guidati da Italo Balbo attaccarono di sorpresa il quartiere e lo devastarono. I morti fra gli abitanti furono quasi dieci (tra questi, i responsabili dell'agguato), i feriti oltre duecento, molti dei quali, spesso scaraventati giù dalle finestre delle abitazioni, riportarono lesioni permanenti. Informato dell'accaduto, Mussolini diede alle forze dell'ordine immediate disposizioni per la più severa repressione di qualsiasi incidente.

Il 31 ottobre le camicie nere sfilarono per più di 6 ore dinanzi al re, poi Mussolini ordinò che si iniziassero le operazioni di sgombero.


Commemorazione con l'istituzione delle "vie Roma"

Il 1 agosto 1931 , il Duce ordinò a tutti i Prefetti affinché tutti i Podestà che governavano i Comuni italiani intitolassero, per l'anno 1932 (anno "X EF" , ovvero decimo anno dell'Era Fascista) e 10° anniversario della Marcia su Roma, una via Roma.

lunedì 27 ottobre 2008

Gasparri: Usare i bambini nelle manifestazioni di piazza è una violenza.

Ad un intervento al TG4 Mauruzio Gasparri ha avuto modo di ricordare l'immensa boiata che è stata detta sui 2 milioni e mezzo di persone al Circo Massimo, Veltroni stesso aveva dichiarato che tale zona aveva una capienza massima di 200.000 persone. Ma non solo! Dire che ad una manifestazione ci sono 2 milioni e mezzo di partecipanti vuol dire che alla popolazione di Roma di circa 3.000.000 si aggiunge un altra Roma, mentre quel giorno il traffico era anzi più regolare del solito. Ma siccome questa nostra potrebbe comunque essere una affermazione campata in aria, facciamo due conti. Per fare questo semplice calcolo basta usare il programma Google Earth, funzione righello. Scrivete Roma, Circo Massimo, poi usate lo zoom fino ad arrivare a visualizzare abbastanza bene la zona in questione. Io ho fatto la prova e ho rilevato una lunghezza di circa 625 metri e una larghezza, volendoci mettere per assurdo anche le strade laterali, di circa 186 metri (compresa la zona di parcheggio di Piazzale Ugo la Malfa che è notoriamente sempre occupata da macchine, figuriamoci quel giorno). Se adesso facciamo finta che tutto sia un rettangolo e facciamo come un bimbetto di terza elementare sa fare, base per altezza esce 116250 metri quadri. Ora chiaramente dovrei escludere tutta la superficie non utilizzabile, colonnati, siepi, tratti di strada, quindi è chiaramente un approssimazione della superficie molto ma molto in eccesso, ma facciamo finta che quelli di sinistra, che come è noto è gente abituata alle piazze magari si sono pure buttati sopra i cespugli e in mezzo alla strada, abbiano occupato tutto lo spazio pure quello inutilizzabile. Adesso viene il bello, fate un po, 2.500.000 diviso 116250? Esce la bellezza di circa 22 PERSONE PER METRO QUADRO. Si magari uno sull'altro! Ma per favore!
Adesso io dico, se avessero detto 400.000 persone, uno poteva dire "ci stanno provando" sai cercano di gonfiare di quel 20% in più per far vedere che c'è stata una partecipazione. Ma dire un risultato dieci volte più grande non è più un errore, ricade nella sfera dell'assurdo, del folle. Ed allora mi domando cosa può spingere una persona apparentemente sana di mente a dire una cosa simile sapendo di sfociare nel ridicolo. Tanto è vero che D'Alema che nella sinistra rappresenta uno dei pochi cervelli pensanti ha espresso parecchio rammarico circa l'insuccesso della manifestazione. Questo per quanto riguarda la manifestazione. Per quanto riguarda la scuola Gasparri ha fatto un'affermazione importantissima: "Fare lezione in piazza con bambini di 7 o 8 anni sa tanto di MAOISMO, ed è una VERA E PROPRIA VIOLENZA". Ma quanto fa schifo chi mette in mezzo i bambini? Abbiamo visto tutti questi marmocchietti con le bandiere tutti allegri gridare slogan contro il governo, per loro è una festa ovvio. Ma come??? Proprio loro, i portabandiera dell'infanzia? Usano i bambini un po come fanno i kamikaze in palestina? Tant'è che su SKY che strizza l'occhio al PD da quando ha intrallazzi con Telecom e con LA 7 e che se l'è legata al dito da quando MEDIASET ha deciso di puntare sul digitale terrestre in proprio, tanto non ha potuto fare a meno di tagliare delle imbarazzantissime scene di bimbetti spinti in avanti nelle manifestazioni contro la riforma Gelmini. Questa gente ha governato l'Italia? Meno male che per i prossimi 50 anni staranno all'opposizione!

domenica 26 ottobre 2008

Veltroni insulso e presuntuoso come al solito "Qui in piazza c'è l'Italia migliore".

Ma come? Ma non siamo noialtri quelli razzisti? Ieri Veltroni con quella fastidiosa voce piagnucolosa, e come ha illustrato magnificamente Striscia la Notizia, buttando bave a raffica, ad un certo punto ha arringato i suoi duecentomila fans che per far vedere che erano di più tenevano due bandiere per mano e una la sventolavano con i denti, dicendo "Qui! In questa piazza c'è l'italia MIGLIORE". Ci risiamo, il vecchio vizietto di questi sinistronzetti che pensano di essere "i meglio". Ma meglio di cosa? Ormai non fanno più una lira, anzi un euro. Questa loro odiosa spocchia e saccenza gli si è sempre ritorta contro, e del resto non ci vuole Freud per comprendere che chi si definisce migliore sotto sotto ha un pesante complesso di inferiorità. Non vorremmo dire loro la verità, cioè come dice quel tal medico in quel film di Fantozzi "Lei non ha nessun complesso di inferiorità, lei E' inferiore", però ieri in quel circo c'erano a occhio e croce tutti i loro elettori. E come dice Mario Giordano nel suo editoriale su "Il Giornale" di cui è direttore, gli altri italiani se ne sono stati tutti a casa ignorando chi egli sia. Mentre loro fanno la conta il governo lavora, del resto è noto a loro piace stare in piazza con la pancia all'aria a guardare chi si rimbocca le maniche.

sabato 25 ottobre 2008

Oggi passeggiatina per Veltroni e i suoi quattro cialtroni

Hanno ancora la faccia di farsi vedere in giro! Oggi c'è quella pagliacciata che chiamano "manifestazione". Si perchè quelli dell' "ufficio sinistri" la sola cosa che sanno fare è scendere in piazza, peccato che poi hanno la pessima idea di non rimanerci. Dunque prima domanda, per cosa manifestano? Non si sa. Chi sono? Si sa solo che mentre il giorno prima Di Pietro e il Veltrone facevano a pugni oggi dovranno andare a braccetto, poi ci saranno i soliti buffoni di corte tipo la Guzzanti capace solo di far ridere le bertucce nane. Tutta questa bella gente la potremo trovare oggi alla Cloaca Massima... pardon volevo dire al Circo Massimo, beh solo in un "circo" possono stare. Che strano però, manifestano mentre il nostro governo è dato da tutti i sondaggi all'80% dei consensi, cioè al massimo del gradimento praticamente dai tempi dell'imperatore Augusto.

giovedì 23 ottobre 2008

Eccellente Berlusconi sulla Riforma Gelmini, NOI TIREREMO DIRITTO!

Sono sempre loro, i fannulloni e svogliati figli di papà, come li definiva Giorgio Bocca, quelli che poi evolvono nel brigatismo. I viziati arroganti e insulsi che pur di non rimboccarsi le maniche e andare a lavorare seriamente, si iscrivono nelle università. Li conosciamo bene questi debosciati parcheggiati perpetuamente nelle aule con lo spinello in una mano e il "manifesto" o "l'unità" nell'altra mano. Li conosciamo questi intralci al progresso e alla cultura, che danno un esame all'anno, che disertano le lezioni ma sono presenti a tutti i sit-in di protesta, e sono sempre in prima linea quando si tratta di opporsi alla meritocrazia e al buon funzionamento della scuola, che gironzolano con la barba incolta i capelli arruffati e forforosi, la kefiah al collo subito pronti ad alzarla sulla faccia per nascondersi e andare a spaccare qualche vetrina e fare l'esproprio proletario per rubare qualche televisore e rivenderselo per fare i soldi per comprarsi la dose di marijuana. Li vedemmo all'opera contro Sua Santità quando si opposero al suo ingresso alla Sapienza. I motivi di tanto odio si fa presto a capirli. Se la scuola funzionasse, se l'università funzionasse, loro sarebbero presto fuori, perchè non si può ammettere un perditempo. Invece questi studentelli, questi imboscati, a volte anche questi docenti che prendono la cattedra solo perchè hanno portato tre o quattro volte la borsa del barone di turno, che a sua volta era un portaborse, se l'Istruzione funzionasse, finalmente dovrebbero cambiare mestiere. Avanti a tutta forza allora. Come un rullo compressore contro questi parassiti, questa feccia improduttiva e inutile, anzi senza dubbio dannosa. Visto che vogliono portare a tutti i costi lo scontro su tale questione, diamo il buon esempio e mostriamo tutta la durezza possibile, mettiamoli finalmente in riga, o lo facciamo ora o non lo faremo mai più, abbiamo la forza per farlo, quindi se vogliono la guerra, che guerra sia! Rispolveriamo il caro buon vecchio manganello e che cominci la festa!

lunedì 20 ottobre 2008

L'importante è essere convinti...

Ci giungono notizie in merito ad una tournèe che un illustre politico di cui non ci occupiamo spesso, che va per sagre e per fiere al grido di "Recupereremo il terreno perduto", (convinto lui), ma con un piglio tanto autoritario che qualcuno ha finito per riconoscervi dei tratti... eh ma gli piacerebbe eh? Se permettete cerchiamo di non mischiare Sacro e profano. Comunque, in vista delle prossime Elezioni Provinciali (credo vi siano a Maggio 2010) evidentemente questo personaggio sta affilando i coltelli. Ma sarà tutto inutile, il nostro "asso nella manica" è invincibile, e poichè alle ultime elezioni provinciali corre voce che fu proprio Capranica a fare la differenza (ahinoi), questa volta la differenza la faremo, ma tutta a vantaggio nostro!

domenica 19 ottobre 2008

Facciamo un po' di chiarezza dulla Riforma Scolastica del Ministro Gelmini

Visto e considerato che i "sinistri" sono sempre abilissimi nel "buttare in caciara" quello che fa l'avversario, senza nemmeno degnarsi di prenderlo in considerazione, ma con chiaro pregiudizio viene attaccato solo perchè viene dall'altra parte, è doveroso porre un freno alla campagna calunniosa e diffamatoria che è stata messa in atto contro la Riforma Gelmini. Questa disinformazione inevitabilmente è arrivata anche alle nostre scuole, ci risulta che qualcuno si è messo a scioperare all'asilo, ci sono state delle proteste di pochi facinorosi in malafede che hanno però ostacolato l'attività scolastica dei loro colleghi per nulla d'accordo con loro. E' sempre la solita storia, siccome sono fannulloni nel DNA, siccome hanno la protesta facile, ogni scusa è buona per dare addosso a chi fa il proprio dovere e soprattutto contro chi fa delle cose sensate e assolutamente nell'esclusivo interesse della Scuola e nel miglioramento di essa.
Abbiamo ricevuto in modo ufficiale documentazione dal Direttivo di AN e siamo autorizzati a dare dei dati che provengono direttamente dal Ministero dell'ISTRUZIONE dal Gruppo di Lavoro del Ministro Sig.ra Mariastella Gelmini. Questi sono dati oggettivi, non c'è protesta che tenga.
1. Si protesta contro il GREMBIULE, questa è la divisa che è sempre stata adottata nelle scuole tranne per un breve periodo. Il GREMBIULE è l'equivalente del CAMICE per i medici e per gli operatori tecnici. Esso è uno strumento di lavoro e di grande comodità perchè il ragazzino rimane pulito nei suoi abiti, quindi è anche un presidio dell'igiene se vogliamo, ma quello che viene evidenziato dal rapporto del Ministero è che in questo modo si ha la VERA UGUAGLIANZA a scuola tra ragazzi. Ci facciamo davvero meraviglia che una sinistra che ha sempre millantato ideali di uguaglianza in tutto e per tutto poi nel momento in cui questa si concretizza, storce il naso solo perchè l'idea è venuta agli altri. Inoltre finalmente col GREMBIULE si scoraggia una perversa moda che ha "svenato" le famiglie, ed è la competizione al vestito firmato, le "griffe", per cui io devo avere la cinta di Hello Kitty piuttosto che il pantalone di LIU JO in una gara in cui tutti perdono a cominciare dalle finanze delle famiglie.
2. IL RITORNO DELL'EDUCAZIONE CIVICA
Ma vogliamo che i nostri figli siano dei buoni cittadini o no? Si parla di corsi di sicurezza stradale nelle scuole, ed è giusto, perchè l'educazione stradale è importante, ma poi non si vuole l'educazione Civica? Non si vuole che si conosca come funziona la politica forse? Magari in questo modo la sinistra spera di riuscire a tenere nell'ignoranza i ragazzi, così se vogliono capire qualcosa di politica magari ci pensano i loro scagnozzi nei centri sociali tra uno spinello e un altro a illuminarli.
3. IL VOTO IN CONDOTTA
Questo è uno strumento indispensabile per riportare sotto controllo la disciplina degli allievi. Abbiamo assistito a scene ripugnanti, insegnanti sbeffeggiati e ripresi col telefonino e poi messi su YOUTUBE, aggressioni e atti di bullismo in una escalation preoccupante che se va avanti così sfocierà nelle sparatorie in classe. Bisogna far tornare il RISPETTO PER LA FIGURA DELL'INSEGNANTE CHE E' IMMAGINE DELL'AUTORITA', e quindi in questo modo si educa al RISPETTO PER L'AUTORITA'. E' un modo eccellente per insegnare il senso del rispetto altrui ai ragazzi, e per evitare che ci siano cattivi esempi impuniti.
4. MAESTRO UNICO
Si è tanto criticato questo maestro unico. Pensate se dentro casa vostra invece di un padre e di una madre ce ne fossero sei o sette, pensate al caos nella vostra testa di bambino. La psicologia, la sociologia ci insegna che il bambino vuole un riferimento forte, e UNICO. Non ci stupiamo se questo la sinistra non lo vuole, certo loro sono per due padri...
A parte il fatto che in tutta Europa c'è il maestro unico, ma a cosa è servito avere più maestre? Semplice a far si che i sindacati potessero piazzare la loro gente, per clientelismo insomma, proprio mentre il numero di bambini diminuisce.
Poi va detto che al maestro unico in effetti va comunque affiancato l'insegnante di inglese e quello di religione. Tanto per citare dei dati concreti, esiste un organismo internazionale che è l'OCSE, che stila una classifica sulla qualità dei servizi. Quando c'era il maestro unico l'italia era al numero 3, poi appena si è passati a più maestri si è scesi al numero 8. Infine riducendo il numero dei maestri il tempo pieno aumenta del 50%, questo perchè non essendoci più la compresenza si hanno degli insegnanti da mettere a disposizione per il tempo pieno.
Dato che l'argomento è molto articolato, affronteremo gli altri punti che ci sono stati forniti in un secondo articolo, questo per far modo che il tutto sia facilmente accessibile ai nostri lettori che sennò si annoiano.

venerdì 17 ottobre 2008

Un articolo sul corriere di Viterbo che vorremmo capire meglio...

Cara Tullia, ormai so che sei una affezionata lettrice del nostro Blog, tanto quanto noi lo siamo dei tuoi articoli, e quando vedi una cosa che poco ti garba ce lo segnali tempestivamente e puntualmente. Ecco noi facciamo lo stesso come ben sai. Dunque brevemente vorrei chiederti di farmi capire un po' meglio, anzi, di farlo capire soprattutto ai nostri lettori, il motivo di quest'articolo a proposito della Scuola uscito sul Corriere di Viterbo. Ci è sembrato leggermente di parte, ma magari sbagliamo, ti sappiamo equa e equidistante. Se ci vuoi dare qualche spiegazione, ne saremmo ben lieti, grazie infinite.
Cordialmente

M.D.G.

Facciamo un po' di satira con una vignetta



............................vecchi e nuovi signori di Capranica........

Un nostro affezionato lettore ci ha inviato questa vignetta molto carina e molto significativa, certo non sarà Forattini, ma ci piace molto. Bravo Complimenti!

mercoledì 15 ottobre 2008

Eccoci di nuovo ai posti di combattimento!

Salve amici ( e nemici), siamo tornati a deliziarvi con i nostri articoli. Vedo che i commenti sull'articolo di avviso si sono sprecati... va bene in compenso molti di voi ci hanno contattato su an.capranica.vt@live.it segnalandoci un po' di cose su cui approfondiremo volentieri.
Notiamo tornando che i nostri eroi dell'amministrazione hanno approfittato della nostra assenza per aprire tutti i cantieri possibili. Ci dicono che questi lavori sull'asfalto qua li hanno fatti due anni fa, accipicchia! Ma forse invece dell'asfalto hanno usato il marzapane come nella favola di Hansel e Gretel? Ma è normale che l'asfalto duri solo un paio d'anni?
Poi, ci informano che si era promessa una commissione sul Centro Storico.
Si, avete presente? Quel gruppetto di case antiche che inizia proprio dietro l'Orologio e le antiche mura degli Anguillara che sono da sempre il simbolo del nostro paese. Si avete capito bene, proprio quella parte della città con gli intonaci cadenti, col selciato che è un'opera d'arte che vengono a studiarla gli architetti della corrente postmoderna, con zecche (nel senso dei parassiti veri) e escrementi di piccione che soffocano, con le risse di extracomunitari, e con uno stato di abbandono tale che non si vede nemmeno in Afghanistan. Si proprio quello.
Ma evidentemente a tanta gente che abita lì piace così, perchè la lista della MAGNOranza nel Centro Storico ha rimediato un 70% di voti, almeno 300 su 500 votanti complessivi.
Adesso la commissione non si fa, ed il motivo lo hanno capito anche i bambini. Non si fa perchè a Qualcuno fa comodo che la Commissione per risolvere gli annosi e gravi problemi del Centro Storico, possa venire servita a tempo debito su un piatto d'argento come "regalo proprio" da parte di questo Qualcuno e così egli cercherà di arginare la imminente débacle delle Elezioni Provinciali. Ma tu guarda che si vanno a inventare per mendicare una manciata di voti in più.

sabato 4 ottobre 2008

Ci rivediamo tra 10 giorni.

Salve amici (e anche nemici)
Devo partire per un viaggio che mi porta lontano da casa per almeno 10 giorni, nel frattempo vi invito a scrivere argomenti che al mio ritorno valuteremo insieme
e sui quali magari se è il caso scriveremo anche articoli ed approfondimenti,
e siccome NOI non abbiamo nulla da nascondere,
scrivete pure in chiaro tutto quello che ritenete opportuno
(Avvertenza importante, siccome io per dieci giorni non potrò in
nessun modo intervenire per moderare, nè per cancellare i commenti,
vi invito a non esagerare, perchè questo spazio non dimenticate mai
che ci è gentilmente messo a disposizione dal Partito).
Amici, sono certo che, come sempre, non mi deluderete.

giovedì 2 ottobre 2008

Vi piace questo blog?

Scusate se vi annoio coi fatti miei ma ieri sera mia moglie, che alla fine ha scoperto che ci faccio tutte le sere nella scrivania davanti alla camera da letto, perchè si è accorta di un commento che stavo scrivendo (lei pensava che andassi sui siti tipo Playboy o a chattare con le signorine con la mascherina, ed è venuta a spiare, credo si sarebbe infuriata meno), mi fa "ma che ti sei forse impazzito? Sei tu che scrivi questa roba qua?". Già io sono abbastanza bravo a tenere i segreti, anche in famiglia, abbastanza ma non tantissimo, perchè prima o poi qualche piccolo sbaglio tra le mura domestiche lo puoi fare... ed infatti.
Però durante una bella e sana litigata, dopo aver preteso di leggersi tutto quello che abbiamo scritto negli ultimi due mesi perchè di me si fida ma fino a un certo punto, e dopo aver letto questi ultimi commenti, all'ultimo articolo dove c'era un BENEFICO E SALUTARE CAZZIATONE, mi ha detto "in questo modo ti fai nemici mortali dall'altra parte, c'è pericolo che qualcuno te lo fai pure da questa (ma quando mai?), non te ne viene niente e in nessun modo, se non sputi in faccia, forse qualche denuncia, ma ne vale la pena, non sarebbe il caso che questo tempo lo dedichi di più alla famiglia che vieni dal lavoro e ti piazzi qua dentro?".
Vedete amici, io ho veramente poco tempo da dedicare a questi articoli, ma lo faccio volentieri perchè molto modestamente mi sento un piccolissimo pezzettino, un insignificante minuscolo ingranaggio di una giustissima causa. E non mi metto a rileggere mai quello che scrivo, lo scrivo male, lo scrivo di getto, e lo scrivo come parlo, come chiacchiero al bar, e non vado a pesare il singolo periodo, la singola parola tanto al chilo perchè c'è sempre quello pronto a fare di queste nostre parole uno strumento per attirare l'attenzione, per fare cagnara e quant'altro. Dovrei farlo? Questo effettivamente è un blog che è cresciuto davvero tanto, forse troppo. Forse chi ci legge dovrebbe farlo quando è rilassato perchè questo non è un canale televisivo da accendere con discorsi del tipo "che giornataccia che ho passato fammi divertire un po sul blog di Capranica". Questo non è nè un gioco, nè un passatempo, qua se veniamo scoperti come minimo rischiamo che qualcuno ci tolga il saluto (cosa che già farebbe tremare qualcuno, non dei nostri ovviamente ), come massimo che ci ritroviamo a dover combattere contro chi vede questo come una "rottura di scatole" perchè andiamo a intralciare i suoi piani, che è quello che vogliamo fare, ma si sa che se tocchi certi tasti corri certi rischi.
Abbiamo prodotto solo quest'anno quasi un articolo al giorno, abbiamo parlato di tutto, toccato tutti gli argomenti possibili, ascoltato tutti e dato risposte, nel nostro piccolo, a volte anche costruttive e non solo distruttive. Ma quando siamo costruttivi chissà perchè diventiamo noiosi. Poi magari qualcuno che ci veniva a dire che ERAVAMO SPRECATI A SCRIVERE SUL BLOG, cosa che suona come dire è sprecato scrivere per Capranica, e non vedo perchè povera cittadina nostra è sprecato dedicarLe tempo, per me questo è un posto bellissimo e proprio per questo mi da fastidio che sia bistrattato e gestito male, poi invece si risente quando dobbiamo scrivere delle critiche, e per giunta manco rivolte a lui.
Questi articoli sono frutto di passione e di sofferenza, di azione di pensiero e di idea, mi viene in mente come risponderebbe a certe pressioni un Grande Pensatore a cui molto immodestamente e indegnamente spesso mi ispiro, Lui semplicemente direbbe ME NE FREGO. E poi aggiungerebbe NOI TIREREMO DIRITTO.
Allora che vogliamo fare? Vi giro la domanda di mia moglie, NE VALE LA PENA?
Vi prego dite la vostra perchè ci tengo.

mercoledì 1 ottobre 2008

Per le Elezioni Provinciali, ci aspetta una straordinaria sorpresa!

Il Presidente del Circolo di AN, persona scrupolosa, uomo di indubbie capacità, meticoloso e attento nelle scelte, ha pronta una candidatura alle provinciali davvero esplosiva! E' un vero colpo da maestro, e in questo modo spiazzeremo l'avversario, senza possibilità di scampo. Cresce il consenso ad AN a Capranica, cresce un po' anche grazie, modestamente, alla fortuna di questo spazio messo a disposizione dei cittadini che senza andare troppo per il sottile, dicono come la pensano.
Non siamo riusciti a sapere di più sul nome del Candidato Eccellente che il nostro Presidente proporrà come Candidato alle Provinciali. Non c'è stato verso di riuscire a farcelo dire. Ci è stato soltanto detto, e noi ne siamo certi, che è una persona veramente in gamba, una persona che piace molto perchè è competente, seria, intelligente, e onestissima. Praticamente con questo Candidato per Capranica il gioco è fatto, si vince non solo sul territorio della Provincia, ma si vince anche qui, senza ombra di dubbio. Gli avversari non saranno mai all'altezza di questo nostro Candidato, questo ci è stato garantito. Certo ammettiamo che stavolta non ci siamo riusciti a saperne di più, ma chi sarà mai?

Una volta che avremo ripreso la Provincia di Viterbo poi c'è l'ultima formalità da disbrigare, si intendo la conquista del Comune di Capranica, che alla fine ne siamo certi, avremo servita su un vassoio d'argento.

Quando si lavora bene, si raccolgono buoni frutti.